Sottotitoli automatici: come sfruttarli al meglio

Luglio 4, 2025

IA e sottotitoli ormai vanno a braccetto: esistono numerose soluzioni che consentono di implementare sottotitoli automatici in qualunque tipo di video, con pochissimo sforzo e a costi quasi irrisori. Fin qui tutto bene. Ma cosa si cela sull’altro lato della medaglia? Come per altre circostanze, l’IA va costantemente monitorata per assicurare un risultato finale di qualità. Te lo diciamo noi che a questi contenuti siamo esposti ogni giorno e ne facciamo il nostro pane quotidiano.
Come sfruttare al meglio i sottotitoli automatici? Continua a leggere per scoprire tutti i segreti dei sottotitoli automatici!


 

I vantaggi dei sottotitoli automatici

Senza dubbio, il principale vantaggio dei sottotitoli automatici riguarda la velocità di esecuzione. Esistono tool che in pochi minuti sottotitolano interi film rispetto alle infinite giornate di lavoro di un sottotitolatore umano. E quando risparmiamo tempo, automaticamente risparmiamo denaro! Se è pur vero che gran parte dei  tool più performanti sono a pagamento, usandoli più volte possono contribuire a ottimizzare i costi e arrivare così a sostenere una spesa minima riferita al singolo video.

 

Gli svantaggi dei sottotitoli automatici

Nonostante l’intelligenza artificiale possa essere un valido supporto per creare rapidamente sottotitoli, bisogna anche considerare che ha diversi punti deboli. Tra gli svantaggi dei sottotitoli automatici c’è il fatto che l’IA non è ancora in grado di individuare tutte le parti parlate, perdendo quindi pezzi di dialogo fondamentali per la comprensione della trama. A tratti interpreta male alcuni dialoghi, trascrivendo parole che non vengono realmente pronunciate. Inoltre, non sempre riconosce le diverse voci in caso di dialoghi tra più persone i tool fanno fatica a organizzare i sottotitoli nel caso di più parlanti simultanei. La punteggiatura è la grande assente: ad esempio, mancano spesso i punti interrogativi, fondamentali per comprendere il significato di una frase. Dal punto di vista tecnico, poi, molto spesso il timing è errato e questo comporta una maggiore difficoltà di lettura da parte degli utenti  seguire i sottotitoli diventa quasi impossibile per l’occhio. Inoltre, spesso, i nomi propri dei protagonisti del video non vengono compresi e non sono trascritti correttamente.

E quando chiediamo all’ai di tradurre i sottotitoli appena generati le cose si fanno ancora più complicate!
Principalmente perché si parte da sottotitoli imperfetti per i motivi che abbiamo appena spiegato, e una base poco solida linguisticamente rende ancora più complessa la traduzione. Vediamo nel dettaglio cosa abbiamo osservato:

Linguisticamente, nel caso di sottotitoli di partenza inglesi in cui non vi è variazione di genere nel caso degli aggettivi, in fase di traduzione è necessario individuare il suffisso corretto. L’ai non riesce a farlo e di conseguenza per un’attrice che in inglese dice “I am tired” probabilmente nel sottotitolo italiano troveremo “sono stanco”! Un altro problema è rappresentato da traduzioni automatiche esageratamente lunghe e che non tengono in considerazione la durata del dialogo, aspetto di grande importanza per la leggibilità dei sottotitoli.

Infine, per l’IA è quasi impossibile capire i giochi di parole e ciò rende il testo piatto e privo dello stile che il video vorrebbe trasmettere.

 

IA sì, ma con post editing

Quanto evidenziato nel paragrafo precedente, mette in chiara luce un aspetto per noi molto importante. È sì possibile usare l’IA per creare sottotitoli automatici, ma bisogna sempre mettere in conto un accurato post editing umano per ottenere un risultato finale di qualità.

Il post editing, infatti, non solo è assolutamente necessario per quanto riguarda l’aspetto linguistico dei progetti di sottotitolazione, ma è anche fondamentale per la parte tecnica, come il timing o il cue in e cue out per assicurare la fruibilità di questo potente strumento.

 

L’importanza del tool

C’è un altro aspetto da considerare quando si parla di sottotitoli automatici: il tool scelto può fare la differenza. Per nostra esperienza diretta, quello che conta davvero dal punto di vista linguistico è l’esposizione dell’LLM a temi trattati nel video. In tal caso è più probabile che il risultato sia un buon punto di partenza. In caso contrario, l'AI non saprà riconoscere le parole specifiche e offrirà una trascrizione che ha senso in quel contesto ma che probabilmente non corrisponde affatto a quanto trattato nei dialoghi.

Cercando online, si trovano diversi software per creare sottotitoli, che offrono risultati più o meno ottimali. Dopo vari test, riteniamo che CaptionHub e Kapwing siano due strumenti abbastanza validi che usati nell’ottica del post editing, possono permettere di raggiungere un risultato di qualità soddisfacente. Tra le caratteristiche che più ci hanno convinto ci sono la possibilità di impostare delle regole, come ad esempio il numero massimo di caratteri per rigo e la durata minima e massima dei sottotitoli. Il tool, infatti, segnala eventuali errori commessi dall’IA in base ai parametri che sono stati impostati.

Da menzionare anche Subtitle Edit, il tool per sottotitoli forse più diffuso. È infatti possibile attivare un LLM per avere la trascrizione ma, per il momento, i risultati sembrano essere decisamente meno soddisfacenti.

 

Il metodo LingoSpell

Noi di LingoSpell ci occupiamo di sottotitoli da diversi anni. Come agenzia di traduzioni specializzata in testi creativi, in generale, preferiamo approcciarci al servizio offrendo la creazione umana di sottotitoli. Tuttavia, in caso di particolari esigenze del cliente o per progetti in cui l’IA potrebbe dare buoni risultati, siamo in grado di offrire il servizio di sottotitolazione automatica con post editing, garantendo sempre un risultato finale di qualità. Devi sottotitolare un video? Contattaci e troveremo insieme la strada giusta!





 


by Beatrice Bandieri

Questo sito usa alcuni cookie tecnici che non raccolgono dati personali. Per maggiori informazioni visita questo link